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domenica 27 marzo 2016

Intervista a... Marzia Carocci



D- Marzia Carocci, fiorentina, poetessa, scrittrice, critico letterario, recensionista. Dirigi una collana di poesia presso la casa editrice TraccePerLaMeta e organizzi eventi artistici.
Hai partecipato a " Poeti per il sociale" con le poesie "Strade senza tempo" e "Nègati", entrambe sull'infanzia negata, la prima per la strage di innocenti causata dalle guerre e dal terrorismo, la seconda perché "uccisa" nell'anima dalle azioni vili degli adulti, definiti belve impure, indifferenti al pianto e alla paura di creature innocenti.
Puoi commentare queste poesie? 
R- Intanto grazie Annalisa per l'opportunità che mi offri nel presentarmi.
Nonostante da 25 anni sia una recensionista, trovo difficoltà a commentare le mie due poesie.
La poesia proprio perché istintiva e dettata da sensazioni immediate è forse l'arte letteraria che frena le stesse spiegazioni. Comunque sia, il motivo per il quale ho scritto “Strade senza tempo” è dovuta alla cronaca che ogni giorno ascoltiamo, quella cronaca che parla di giovani morti sulle strade a causa della velocità, dell' incoscienza, dell'alcool. “Strade senza tempo”, sta ad indicare quelle vie alle quali non si dà importanza basta arrivare veloce, correre, premere sull'acceleratore   e dove il tempo, spesso, si ferma per sempre. La poesia “Nègati”, invece fa riferimento all'infanzia rubata, violata, tradita, dove spesso i bambini non trovano con chi parlare e dove l'adulto diventa sempre più “orco” e meno umano. Ogni giorno ne sentiamo notizia.

D- Parlaci della Marzia degli esordi. Da quanto tempo scrivi, come scrivi e cosa ti ispira?
R- Ho iniziato a scrivere sui tovaglioli di carta, sui diari, dentro ai libri di scuola. La mia memoria ricorda che da sempre ho avuto questo desiderio. Il mio primo diario “segreto” l'ho avuto verso i nove anni e da allora non ho mai smesso. Mio padre scriveva poesie e teneri racconti, io l'ascoltavo ma mai gli ho detto quanto fosse bravo...Mi chiedi cosa mi ispira a scrivere e come scrivo. M'ispira tutto ciò che mi fa riflettere o che mi fa male, è molto difficile che io scriva poesie in momenti di serenità. Scrivo molto istintivamente, non correggo quasi mai, amo però la musicalità in ogni sua forma e non solo nella poesia. Credo che la parola vada accompagnata da una musica interiore.

D- Sei reduce dalla bella presentazione, a Firenze, del tuo primo romanzo "Il taccuino rosso di Eleanor", un romanzo sconvolgente che ha come protagonista una bambina abusata. È un romanzo che sconvolge chi lo legge. E tu con che animo lo hai scritto? Vuoi raccontare la storia di questo romanzo?
R- Questo romanzo che è il primo pubblicato dopo sei libri di poesia, nasce da un ricordo personale.
 Andavo a scuola con una ragazzina che subiva attenzioni da un fratello più grande. A quei tempi la cosa mi sembrò solo brutta da sentire, ma non comprendevo la gravità del fatto, (avevo 10/11 anni) Negli anni quella storia, mi è rimasta dentro come un tarlo che scava e che rode. Per farlo uscire, ho scritto questo libro. Una sorta di purificazione di un ricordo da bruciare.

D- Organizzi eventi artistici. Di che genere di eventi si tratta? Cosa ti spinge a farli e quali emozioni provi? Quali emozioni ti riferiscono i partecipanti? Hai qualche aneddoto da raccontare, relativamente a tali eventi?
R- Si, da anni organizzo incontri Nazionali di artisti tramite il gruppo facebook “Autori e amici di Marzia Carocci”. Ogni sei mesi, convoco  da tutta l'Italia un centinaio di artisti di ogni arte: pittura, poesia, scrittura, fotografia, teatro, scultura, musica ecc. L'incontro è no profit, nessuno paga niente e tutti sono protagonisti. La mia soddisfazione è che una volta venuti, tornano sempre e accompagnati da nuovi artisti. Non ho sponsor, non ho aiuti politici e non ho possibilità economiche. Tutto quello che faccio è per il grande amore dell'arte e dell'amicizia nella quale, nonostante ancora venga tradita, ci credo sempre! Potrei scriverti decine e decine di aneddoti, ma prenderei troppo spazio e non mi sembra giusto approfittarne.

D- Vorresti scrivere qui e commentare una terza poesia per te rappresentativa, che vuoi far conoscere al pubblico di "Poeti per il sociale"?

Dolore


Pianti che slabbrano il silenzio,
e graffiano la carne,
orbite vuote, affossate
sui volti scarniti
di bimbi già vecchi
di corpi secchi e nudi,
e mosche sulla pelle.
Brucia furtivo
l’odio della guerra,
sanguinano lacrime di madri
nel silenzio
che lento si dissolve
tra spari e preghiere.
L’alito della vita
si consuma fetido
nello spettrale soffio
di polvere
che copre i corpi
senz’anima riversi…

Marzia Carocci

Non commenterò la poesia...è solo un odio verso ogni tipo di guerra

D- Grazie della tua partecipazione!
R- Un grazie di cuore a te che ho avuto il piacere di conoscere. Buona vita!

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Poesie di Marzia Carocci per "Poeti per il sociale":

Marzia Carocci: poetessa,scrittrice  e critico recensionista letterario. Direttrice di collana di poesia Tracce Per La Meta; organizzatrice di eventi artistici.

STRADE SENZA TEMPO… 

Strade senza tempo
Nei lividi traguardi,
di strade mai concluse
fra lo stridio di gomme
e gl’interrotti canti,
strage d’innocenti
e di anime senz’ali
che mai ritorneranno
da madri senza grembo,
qui, l’innocenza muore
nei sogni delle fate
che stanche son tornate
nascoste nei cassetti
di quei ragazzi andati
correndo verso il tempo
che vile s’è fermato
su strade senza fiori,
coperte dal cemento.

NÉGATI

(a quei bambini che non lo sono stati mai)

Angeli inermi, piegati, scordati,
senza più voli, con ali bruciate,
come fiori , sui campi strappati,
niente sogni, né storie incantate.
Figli soli di un tempo violento,
senza abbracci o certezze d’amore,
tanti i pianti asciugati dal vento,
quando il cuore urla invano il dolore.
Figli nati e occultati da madri,
vite brevi ,nelle guerre cresciuti,
abbandoni e violenze di padri,
esistenze nell’odio taciute.
Nell'infanzia che è spesso negata,
grida mute di anime bianche,
l’esistenza più volte celata
e di attese ogni giorno più stanche.
Forse l’uomo è la belva più impura,
che non ode quei cori di pianto,
né quei palpiti nella paura,
d’innocenza che muore nel canto.

Marzia Carocci

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