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lunedì 23 maggio 2016

"Il dialogo": piccola realtà irpina di ampio respiro. Intervista al direttore Giovanni Sarubbi

Quella che segue è l'intervista a Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo" (www.ildialogo.org), giornale online nato a Monteforte Irpino (AV), votato al dialogo interreligioso e alla cultura della pacifica convivenza tra i popoli.

La home del giornale online "Il dialogo", fondato da Giovanni Sarubbi


D._ Buonasera, Direttore. Vorrei rivolgerle alcune domande circa la sua rivista online “Il dialogo” (www.ildialogo.org), un periodico di cultura, politica e dialogo interreligioso dell’Irpinia.
Un giornale molto ricco, interessante, senza scopo di lucro, basato sul lavoro volontario.
Quando è nata l’idea di un giornale di così ampio respiro? A quali esigenze risponde?

R. Il giornale è la continuazione su internet di un giornale cartaceo che si è stampato a Monteforte Irpino dal 1996 al 1998. Tre anni molto impegnativi sul piano politico e sociale. Allora il giornale aveva lo scopo di risvegliare la stampa politica cittadina e si inseriva in un progetto politico legato ai partiti di quello che allora si chiamava ULIVO. C’era un gruppo di persone che collaborava che faceva parte sia dell’allora PDS, sia dell’allora Partito Popolare, cioè dei partiti che avevano sostituito rispettivamente PCI e DC. Oltre ai fatti locali il giornale spaziava su molte problematiche di tipo nazionale, quali l’ambiente ed il dialogo interreligioso. In quegli anni si stabilì un rapporto con il Villaggio Evangelico sito a Monteforte, che allora era gestito ancora dalla Tavola Valdese. Quando poi nel 1998 il gruppo che aveva dato vita al periodico, che si stampava ogni 15 giorni ed andava letteralmente a ruba, si sciolse perché perse le elezioni comunali, io rimasi solo e fu quasi automatico il suo trasferimento on-line su Internet che allora stava cominciando a consolidarsi.
Il giornale come è adesso è legato sostanzialmente alla mia passione cinquantennale per il giornalismo. Ho cominciato a scrivere articoli all’età di 14-15 anni e da allora ho sempre continuato prima su vari fogli ciclostilati, come si usava negli anni 60 e 70, poi su giornali nazionali legati a partiti politici di sinistra. Ed è proprio questa esperienza che mi portò nel 1984 alla iscrizione come pubblicista all’albo dei giornalisti. Ho poi collaborato a diversi giornali locali e nazionali, quali “Il Mattino” di Napoli, o riviste dell’area religiosa come Tempi di Fraternità, Confronti, il settimanale della diocesi di Avellino “Il Ponte”. Ed alcuni altri periodici provinciali. Il giornale on-line nacque quasi per scommessa durante una discussione all’interno di un gruppo interreligioso che allora esisteva ad Avellino e di cui facevo parte. Per un annetto feci le prove su uno spazio web gratuito e poi registrai il dominio www.ildialogo.org su cui attualmente è installato il giornale. La svolta fu la tragedia dell’11 settembre del 2001. In quella occasione mi fu chiesta la disponibilità ad ospitare sul sito l’iniziativa della giornata del dialogo cristiano-islamico che fu lanciata proprio subito dopo quei tragici eventi. Seguendo quella esperienza il giornale si è andato via via sviluppando e arricchendo di argomenti, ce ne sono un centinaio attualmente sul sito, su tutto ciò che si muove nell’ambito religioso o politico sociale. Argomenti di punta del sito sono stati la questione dei preti pedofili, di cui siamo stati fra i primi ad occuparci, o la questione dei preti sposati o della omosessualità in rapporto alla chiese cristiane. Ci siamo legati ai movimenti di base della chiesa cattolica ma anche a quelli di matrice protestante. Oggi il sito risponde alle esigenze di quanti cercano informazioni sui temi della pace e del dialogo interreligioso o di una spiritualità scevra da ritualismi e gerarchie, libera  e liberante. Esigenze che in numeri significano una media di visite giornaliere al sito di oltre 6000 persone, circa 200mila al mese e oltre due milioni l’anno.

D._ Il giornale è nato in Irpinia, ma non si rivolge espressamente a un pubblico irpino. Il tema principale del suo giornale sembra essere il dialogo interreligioso: quest’ultimo è presente, in Irpinia? Il suo giornale ha dato un contributo sostanziale a tale dialogo nella piccola realtà territoriale irpina?

R. Il dialogo interreligioso è stato presente in Irpinia e ha sviluppato numerose iniziative, alcune di portata addirittura mondiale. Il tutto si è sviluppato quando ad Avellino era vescovo il compianto mons. Antonio Forte che credeva fermamente nel dialogo ecumenico ed interreligioso. Fino a quando c’è stato lui alla guida della diocesi la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si faceva molto seriamente e così quella del dialogo con gli ebrei. Sempre mons. Forte fu tra i primi firmatari dell’appello per la giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, promuovendo iniziative su tale terreno con diverse manifestazioni per la pace fatte in città e con diversi incontri con imam musulmani. C’è stato, ad esempio, un incontro interreligioso in una chiesa della diocesi durante la quale un musulmano irpino parlò dall’altare durante l’incontro, cosa che fino a quel momento era un tabù. Con la sua sostituzione il dialogo ecumenico ed interreligioso è praticamente scomparso, anche per il contemporaneo trasferimento di alcuni preti, anch’essi legati all’ecumenismo, con i quali abbiamo sviluppato numerose iniziative. Si, in quell’epoca come giornale abbiamo dato un contributo sostanziale al dialogo interreligioso. Ricordo, ad esempio, un dibattito sul tema della intercomunione tra cattolici e protestanti di cui abbiamo avuto un episodio in Irpinia, credo unico al mondo. Episodio che provocò molto rumore e scompiglio sia in ambito cattolico sia in ambito protestante ed in particolare nella chiesa valdese.

D._ Molto sentito, nel suo giornale, è anche il problema della guerra e della necessità di porvi fine; ma, nella realtà, l’obiettivo della pace sembra essere molto lontano. Lei crede che il dialogo interreligioso possa davvero contribuire alla pace? Non crede invece che, considerata la tendenza degli esponenti religiosi ad affermare la supremazia della propria religione sulle altre, già questo di per sé pregiudichi la possibilità reale di dialogare, allontanando quindi la pace? O sono altri a non volere la pace?

R. Le religioni, per lo meno fino alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII, sono state a rimorchio dei rispettivi governi quando essi scatenavano la guerra. È successo così ancora nel secolo scorso sia con la prima che con la seconda guerra mondiale. Le varie confessioni cristiane hanno combattuto armi in pugno l’un contro l'altra armate per sostenere i propri principi, imperatori, presidenti della repubblica. Cattolici e protestanti in Germania, ai tempi di Lutero, erano alleati nella lotta contro i contadini nella guerra dei trent’anni. Guerra che era sostenuta teologicamente da una corrente riformatrice radicale, gli anabattisti, che rifiutavano la sottomissione ai principi, che fu sancita nella pace di Augusta con la famosa formula “cuius regio eius religio” (cioè "Di chi è la regione, di lui si segua la religione"). Gli eserciti uniti cattolici-protestanti distrussero questa corrente radicale che si era asserragliata nella città di Munster. Fra le confessioni cristiane e le religioni esiste un ecumenismo del male che è molto forte ed ancora esistente. Sulle cose che negano le stesse fondamenta delle rispettive religioni, tutte le religioni vanno d’accordo, a cominciare da quel “non uccidere” che è scritto in tutti i codici religiosi esistenti. Io penso che oggi sia sempre tempo di dialogo fra le religioni. "Non c'è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non c'è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni. Non c'è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni". Lo ha scritto il grande teologo e storico Hans Küng. Questa frase campeggia come introduzione alla sua trilogia su Ebraismo, Cristianesimo ed Islam. Quella del dialogo è una strada certo irta di ostacoli ma è l'unica che uomini e donne di volontà buona possono seguire. Tutte le altre portano alla guerra e all'autodistruzione. Abbiamo invece bisogno di teologi che in tutte le religioni sappiano costruire il dialogo. Finora teologi e filosofi sono spessissimo stati usati per supportare, con le loro idee, la guerra. Per la sopravvivenza dell'umanità abbiamo ora bisogno di teologi e filosofi per il dialogo. È questo l'impegno per il quale noi lavoriamo e vogliamo continuare a lavorare.

D._ Noto che il suo giornale conduce alcune battaglie; recentemente ha iniziato a pubblicare una rassegna su “prostituzione, pornografia, pedofilia”. Con quali obiettivi e con quali risultati?

R. Fra le cose che facciamo ci sono quattro rassegne stampa quotidiane. C’è quella sull’Islam, quella sui Brics, quella sulla chiesa cattolica, ed infine quella da lei indicata. É un modo per mettere in circolo notizie su cui riflettere. Quella su “prostituzione, pornografia, pedofilia” ha il preciso scopo di suscitare una sensibilità contro fenomeni devastanti che oramai proliferano soprattutto su Internet. La pornografia è diffusissima e si può capitare su un sito pornografico anche senza volerlo. Le email spam diffondo spessissimo materiali pornografici o link a siti pornografici nascosti in link apparentemente innocui. La pedofilia e la pedopornografia, usano abbondantemente la rete internet per diffondere tali materiali. Insomma abbiamo creduto essere per noi un obbligo morale di fare qualcosa contro tali pratiche che degradano la persona umana e che recano gravissimi danni ai bambini e alle donne. Siamo anche contrari alle varie proposte di legge, di marca fascista e leghista, che vogliono legalizzare la prostituzione, ritornando alla mostruosità dei bordelli del regime fascista. Sono cose inaccettabili contro cui è necessaria una ribellione morale della società sempre più aggredita da spettacoli indecorosi e violenti nei confronti delle donne e dei bambini.

D._ Lei è anche uno scrittore; di recente, ha presentato un libro dal titolo “Avventisti, Christian Science, Mormoni, Testimoni di Geova” per la collana FattoreR, edizioni EMI. Ce ne vuole parlare, in breve?

R. È un libro nato nell’ambito di una collana che ha cercato di fare il punto e descrivere quasi tutte le religioni esistenti. A me è stato affidato il compito di descrivere le quattro religioni nate nel 1800 negli USA. È un libro che io ho scritto perché, come ricordava Kung, per fare dialogo fra le religioni è necessario conoscere i fondamenti su cui esse si basano. È un modo con il quale ho voluto impegnarmi personalmente su tale terreno.

D._ Oltre che scrittore, è anche poeta. Vorrebbe qui scrivere e commentare una poesia che le piacerebbe far conoscere?

R. Definirmi poeta mi sembra eccessivo. Nel corso della mia vita ne ho scritto molte ma non le ho mai pubblicate. Alcune le ho pubblicate recentemente sul sito e riguardano la guerra. È una problematica che mi coinvolge molto e che mi fa soffrire molto. La pace, nella tradizione islamica, è uno dei nomi di Dio. È forse il nome più bello e il più invocato. Vorrei che fossimo tutti poeti della pace, che ognuno di noi riuscisse a tirare fuori dal proprio animo pensieri di pace su cui costruire relazioni, amicizia, solidarietà, senza la quale l’umanità semplicemente non esiste. Ve ne propongo una, l’ultima, amara e dolorosa, che rappresenta bene il dolore che ho nel mio cuore.

UNA BOTTA E VIA
di Giovanni Sarubbi

Gli avevano detto di sorridere, di cantare, di gridare viva l'Italia.
La banda suonava marce militari,
e i bambini applaudivano,
e buttavano coriandoli come ad una festa.
I soldati in colonna marciarono davanti a loro.
Presentarono le armi ai loro familiari.
Si imbarcarono per terre lontane,
tutti volontari, tutti convinti di andare in guerra.
Un vescovo li benedisse e disse una preghiera su di loro.
Era una orazione funebre, ma loro la presero per un incitamento.
Erano già morti.
Lo sapevano i generali.
Lo sapeva il governo che aveva deciso la guerra.
Lo sapeva il vescovo che li benedisse.
A loro avevano detto che sarebbe stato facile,
una botta e via.
In 15 giorni li facciamo fuori tutti e torniamo ricchi.
Questa era la promessa.
Erano 5000, non ne tornò che uno.
Degli altri neppure la piastrina di riconoscimento.
Si guardava intorno come stralunato.
Provarono ad interrogarlo. Non rispose.
Provarono ancora. Non rispose.
Era morto ma vivo.
Aspettava che qualcuno togliesse la spina.



D._Grazie della sua cortese disponibilità!




sabato 21 maggio 2016

La saggezza dell'Imam Ataul Wasih Tariq cambia la prospettiva

Le sagge ed equilibrate risposte dell'Imam Ataul Wasih Tariq dimostrano che dell'Islam e di coloro che lo hanno abbracciato, non sappiamo quasi niente. 
Immagine di una pagina del sacro Corano, reperita sul web
D.- Buonasera. Per prima cosa, desidero ringraziarla di avermi concesso questa intervista.
Lei ha, recentemente, partecipato a un incontro tra esponenti di diversi credi religiosi, svoltosi a Cagliari; mi colpisce il fatto che tale incontro sia stato organizzato presso un’abitazione, anziché essere aperto al pubblico. Chi ha organizzato l’incontro e quali fedi hanno partecipato? C’è una motivazione particolare al fatto che si sia svolto presso un’abitazione privata? Quali erano gli obiettivi di questo incontro?

R.
Non è stata una mia decisione organizzare un programma su piccola o grande scala. Del resto, il mio viaggio in Sardegna prevedeva anche una visita alla Facoltà di Scienze Politiche, dove avrei parlato a circa 70-80 persone ed una lezione in un noto liceo del capoluogo alla presenza di un cospicuo numero di studenti e insegnanti. È anche vero che amo partecipare a piccoli eventi, dove è possibile sviluppare delle relazioni personali. La pace non si può realizzare parlando in grandi incontri; è più facile la si consegua a piccoli passi, attraverso piccoli gesti quotidiani ed il reciproco rispetto. Ho stretto diversi rapporti di amicizia nel corso di incontri accoglienti in case private. Viviamo sfortunatamente in un momento storico in cui predomina una prospettiva distorta sull’Islam ― veicolata dai media del mainstream ― che produce paura, discriminazione e odio. Questi sono segnali allarmanti ed una minaccia per un’auspicata, pacifica società di domani. È importante considerare che in alcuni confinanti paesi europei, un alto numero di musulmani immigrati, anche di terza generazione, non sono stati pienamente integrati nella società ospite, rappresentandone una minaccia interna. Credo sia importante comportarsi da buoni cittadini, sperando e pregando che questo grande paese possa diventare un modello di pace, tolleranza e progresso. In veste di teologo, ho intenzione di fare il possibile per avvicinare le persone, spiegando ed illustrando attraverso il mio esempio vivente che l’Islam non è una religione di cui avere paura, che la collaborazione tra società orientali ed occidentali si è rivelata fruttuosa per lo sviluppo globale e che ci sono tutte le possibilità perché lo sia anche in futuro.

D.- Nell’attuale società multietnica e quindi anche caratterizzata da una pluralità di credi religiosi, con quali modalità  l’Islam può contribuire alla cooperazione locale, nazionale e internazionale?

R.
L’Islam è una religione ed il suo principale obiettivo è formare persone spirituali che vivano una vita esemplare al servizio dell’umanità.
Per citare il Sacro Corano:

«Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi le buone consuetudini e proibisca ciò che è riprovevole. Ecco coloro che prospereranno». (Il SacroCorano, Capitolo 3: Verso 104)

Educando al Corano e al valore profondo della nostra religione e pregando che i musulmani diventino buoni credenti, impermeabili alle tentazioni mondane, l’Islam ha prodotto in passato, e – a Dio piacendo – produrrà in futuro persone in grado di realizzare una società pacifica. Gentilezza, amore, rispetto per i diritti degli altri – fondamentali insegnamenti coranici – eserciteranno un effetto positivo alla base ed ai vertici della società. Tutte le religioni, del resto, propongono una simile griglia di valori e la bontà è contagiosa.   


D.- Com’è possibile, secondo il suo punto di vista, conciliare le varie “anime” dell’Islam, da quella più estremista a quella che a un osservatore esterno può apparire diametralmente opposta rappresentata, per esempio, dal nuovo sindaco di Londra? Lei ritiene che siano lo stesso Islam?

R.
Questa domanda mi mette in difficoltà in quanto si postula che ci troviamo di fronte, da un lato, a gruppi islamici violenti e, dall’altro, ad espressioni moderate dell’Islam. In questo modo si “parte con il piede sbagliato”. Cosa sarebbe della cristianità se la giudicassimo a partire da quei cristiani che ordinarono le crociate o dalla Santa Inquisizione? O anche da quei cosiddetti paesi che scrivono “abbiamo fede in Dio” sulle loro banconote, le stesse utilizzate per comprare e vendere armi e che sono dunque responsabili dell’assassinio di migliaia di persone innocenti nel mondo? È giusto ricondurre le religioni alle azioni di alcuni individui? Nei miei discorsi pubblici e nelle mie lezioni, cerco di evidenziare che non esistono un Islam moderato ed uno violento. L’Islam è l’Islam, una religione basata sul Corano e sul suo Profeta Muhammad (La pace sia su di lui). Noi dovremmo ritornare alla lettura del Corano, ciascun capitolo del quale inizia con l’invocazione a un Dio benevolo e misericordioso. Dobbiamo approfondire l’etica che il Profeta (La pace sia su di lui) ha proposto e seguirla. DA NESSUNA PARTE possiamo trovare, nelle fonti originali dell’Islam, una giustificazione per qualunque sorta di atto barbarico eseguito dal cosiddetto califfato dell’ISIS.

D.- Quali sono i compiti di un Imam nella comunità locale e nei rapporti con le istituzioni? Che similitudini e che differenze col sacerdozio cattolico?

R.
Essere un Imam non è un lavoro, né rappresenta una carica religiosa particolarmente autorevole. Un Imam è la persona relativamente più preparata (in relazione, cioè, alle persone presenti) per guidare le preghiere quotidiane. In Italia, gli Imam sono, generalmente, persone comuni che hanno una maggiore conoscenza della propria religione, tutto qui! Tuttavia, qualunque cosa accada nel mondo, i giornalisti cercano una qualche autorità religiosa cui riferirsi e, nel mondo islamico, gli Imam, senza sapere che questi non possono avere una conoscenza profonda al punto da poter esprimere i veri insegnamenti dell’Islam. Dunque ogni Imam esprime le proprie convinzioni e i propri sentimenti e questo ha portato un grave danno d’immagine, per l’Islam, in Italia. Per quanto riguarda il mio umile caso, ho studiato l’Islam in profondità, ho seguito un corso intensivo, di sette anni, in scienze religiose e sono stato mandato in Italia dal Califfo Mirza Masroor Ahmad, capo mondiale della Comunità Islamica Ahmadiyya (http://www.khalifaofislam.com/ ). Oggi sono un teologo e studioso di religioni, con la missione di trasmettere alle persone gli autentici insegnamenti dell’Islam. Nell’ambito della comunità italiana, sono anche l’Imam che guida le preghiere ma non è la mia carica ufficiale.

D.-Quanto lei ritiene che la comunità non islamica abbia una conoscenza approfondita di quella islamica? Quanto le è ostile o, al contrario, amica?

R.
Come ho già accennato, purtroppo la conoscenza dell’Islam è, generalmente, scarsa. Coloro che affermano di aver approfondito l’Islam, lo hanno fatto attraverso studi probabilmente incompleti e, non di rado, faziosi. I media italiani citano versi coranici a sproposito e dunque il grande pubblico è oramai incline a pensare all’Islam come a una religione violenta. Ricordo la mia prima conversazione con un italiano; nel momento in cui mi qualificai come un Imam, costui mi disse: “dunque sei un terrorista”. Sono riuscito a spiegarmi e, alla fine della conversazione, eravamo diventati amici. Purtroppo, come ho già accennato, anche i musulmani hanno una conoscenza scarsa dell’Islam. Specialmente i giovani. In Italia non abbiamo insegnanti qualificati; le moschee offrono solo insegnamenti (incluse le letture del Corano) in arabo, senza dar modo di approfondire e senza nemmeno dare delle traduzioni. Il risultato è che, da un lato, assistiamo a una forte influenza dei media che si traduce in discussioni quotidiane nelle scuole, sui posti di lavoro, eccetera; dall’altro, i giovani non hanno modo di verificare quanto si afferma (e finiscono per crederci) riguardo all’Islam. Mi sono molto rattrisitato quanto una diciassettenne musulmana mi ha detto di aver paura di andare a scuola perché, ogni giorno, la sua insegnante riporta affermazioni dei media circa l’Islam e le sue compagne di classe hanno iniziato a qualificarla come terrorista.

D.- La riunione alla quale lei ha partecipato, è sfociata in un’azione collettiva o in un documento di sintesi? Quanto ritiene sia stata effettivamente utile e costruttiva?

R.
Non sono sicuro sia stato prodotto questo documento, credo sia meglio chiedere agli organizzatori. Quello che è più importante è che ho visto fratelli e sorelli di diverse fedi mostrare un autentico interesse per quanto andavo esponendo. Mi hanno seguito con pazienza e attenzione. Non ho bisogno di alcun documento ufficiale, se sono riuscito a persuadere anche il cuore  di una singola persona che l’Islam è una religione di pace ed il suo Profeta un uomo compassionevole, tollerante e pronto al perdono, questo è più che sufficiente. È difatti il cuore dell’uomo che è davvero in grado di cambiare il mondo che lo circonda.


D.- Grazie davvero per la Sua  gentile collaborazione.


domenica 15 maggio 2016

Escluso Mortimer e la "realtà da sogno" in rima baciata

 
A.- Ciao, ti ringrazio per avermi concesso un’intervista. Per prima cosa: Escluso Mortimer; qual è il nome e quale il cognome? Che origini hanno?

E. - Onestamente mi aspettavo questa domanda, sai me la fanno quasi giornalmente da anni, felice spiegarlo e spero non dilungarmi troppo!
Molto tempo fa. ai miei inizi su twitter in un momento di grande dolore, in seguito ad un terremoto del 29 dicembre 2013 da allora non abito più nella mia casa né nel mio paese al quale spero comunque sempre poter tornare un giorno,  un amica mi scrisse dalle mie amicizie non sarai mai escluso ed un altra subito dopo scrisse mai morto! Da qui quasi per gioco decidemmo mi sarei chiamato escluso mortimer e questo pseudonimo mi piaceva era come vi leggessi dentro qualcosa di bello e importante! Cosi nacque Escluso Mortimer! Ma cosa significa davvero Escluso Mortimer?  Ti dirò che molti mi han sempre detto perchè Escluso Mortimer? Qualcuno mi ha anche detto fa un po’ impressione, ed io scherzando rispondevo traducetelo in è escluso che io muoia! Ora te lo posso dire non scherzavo per me vuol dire proprio è escluso che io muoia! Semplicemente perchè Escluso Mortimer è un sogno e un sogno non muore mai neanche quando si realizza non muore ma inizia a dare vita a un sogno un pò più grande! Quindi Escluso Mortimer non sono solo io, ma tutti i sognatori come me che invito a non smettere mai di sognare perchè prima o poi quella che ora può sembrare essere solo un sogno di realtà se ci si crede veramente sicuramente diventerà una realtà da sogno! 

A.- Tu hai fatto studi tecnici, ma hai una sviscerata passione per la poesia ed altre forme d’arte. A cosa ti dedichi, oltre alla poesia? E perché prediligi lo scrivere in rima?

E. - Veramente lasciai la scuola al 4 anno di ragioneria, diplomandomi  comunque tempo dopo, feci il militare nella folgore e poi mi arruolai in un corpo di Polizia, nel quale raggiungi il grado di Sostituto Commissario, sono in pensione dal 2009 per motivi di salute, fin da piccolo ho sempre scritto e quasi sempre in rima baciata, mi veniva naturale, ho sempre pensato che la Poesia sia come una bella donna, ed una bella donna va baciata anche a costo di prendere mille schiaffi, da circa un anno ho cominciato a scrivere anche non in rima anche se la prediligo sempre, oltre la poesia cosa prediligo? Beh scrivere racconti, novelle, romanzi, sono impegnato per la Pace e contro la violenza sulle donne ed i bambini, e quando posso anche con il mio gruppo cerco di fare e far fare un po’ di solidarietà a meno fortunati, anche se io non mi ritengo fortunato ma neanche troppo sfortunato


A.- Quali sono i tuoi soggetti preferiti nelle varie espressioni artistiche in cui ti cimenti?

E.- Non seguo dei soggetti al fine di imitarli, ma senz’altro il mio preferito su tutti è Hermann Hesse, il suo Siddartha mi è stato molto utile anche nella mia conoscenza interiore, ma in tutte le mie diciamo opere cerco sempre di ispirarmi ad avvenimenti ed emozioni di vita reale, cercando di esprimerle in versi in caso di poesia, o poterle rappresentare in racconti o romanzi


A- Hai creato un gruppo, “Escluso Mortimer Club degli amici”, che gestisci con altri collaboratori, accoglie oltre millesettecento amici e nel quale tu e i tuoi collaboratori portate avanti alcune belle iniziative, alcune a cadenza settimanale, altre annuale, come  il concorso che si terrà a Cosenza la prossima settimana.  Raccontaci qualcosa del tuo gruppo e delle motivazioni che ne stanno alla base.

E.- Con il gruppo proprio per rispondere a questa domanda abbiamo fatto questa pubblicazione LA NOSTRA FAMIGLIA edita da EM,Club Degli Amici di cui io sono solo il curatore , e dove spieghiamo sia tutto quello che si fa nel gruppo sia il nostro pensiero sullo stesso, per noi arte è soprattutto condivisione ed unione ed unione senza gelosie od invidie, e cerchiamo di portare questo spirito nel gruppo, cercando di tenerlo unito in spirito di pace amore e fratellanza che non a caso era il tema obbligato del concorso anniversario chiamiamo il gruppo famiglia appunto perché per ognuno di noi ogni membro non è per niente virtuale ma una persona reale con propri sentimenti ed emozioni!

A.- Veniamo adesso al secondo concorso annuale, il “Secondo Concorso Anniversario”, la cui cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 21 maggio a Cosenza, in una location prestigiosa, il teatro “Alfonso Rendano”, e che ha avuto un grande numero di partecipanti: ma come ti è venuto in mente di lanciarti in una avventura impegnativa come un  concorso di poesia? Condotto poi, mi pare, in modo serissimo…

E. - Veramente questo anche se secondo in realtà è il terzo concorso anniversario, i primi due si son svolti solo appunto nel gruppo ed i premi per i vincitori son stati miei libri e menzioni ed attestati in pdf, quest’anno si è chiuso un biennio che mi ha visto vincere vari premi in concorsi poetici e letterari, che sono stati secondi e terzi posti, menzione d’onore ecc e non ultima la notizia di essere fra i 37 semifinalisti del concorso Terra di Guido Cavani, cosa che mi inorgoglisce molto, ed ho voluto diciamo festeggiare con un vero e proprio concorso che da solo mai sarei riuscito a fare quindi devo ringraziare l’associazione socio culturale Club della Poesia ed il suo Presidente Andrea Fabiani che ha collaborato con me e fatto si che questo sogno si realizzasse e quindi giusto si svolgesse cerimonia premiazione a Cosenza sede appunto dell’associazione socioculturale club della poesia!
Fare un concorso del genere, e farlo soprattutto gratuito, cosa che non penso sia possibile se si rifarà anno prossimo, è motivato solo dalla grande passione per la Poesia!

A.- Non posso concludere senza averti invitato a parlare della tua produzione poetica e non, delle tue pubblicazioni, dell’epoca nella quale hai iniziato a scrivere, delle emozioni che esprimi nell’arte. Vorrei anche sapere come mai prediligi la rima.

E - Ho iniziato a scrivere fin sui banchi della scuola elementare, la mia prima silloge LACRIMA DEL CUORE contiene anche poesie di quell’epoca! Forse non son io a prediligere la rima ma la rima a venire da me!
Per ora la mia biografia è la seguente :

1. LACRIME DAL CUORE ,Opera di poesie , in formato Pdf , scaricabile dal sito web INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
2.. GOCCE DI CUORE . Opera di Poesie , in formato pdf, , scaricabile dal sito web INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
3. INTROSPETTENDOMI. , Opera di Poesie , in formato pdf, scaricabile dal sito web INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
4.MENDICANTE , Opera di Poesie , in formato pdf, scaricabile dal sito web
INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
5. L’ESCLUSO PENSIERO Opera a carattere psicologico di pensiero dell’anima , in formato pdf, scaricabile dal sito web INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
6. LA MACEDONIA .Opera psicologica di tentativo collettivo , in formato pdf, scaricabile dal sito web INEDITO.IT “Web d’Autore “ anno di pubblicazione 2013
7. SUL FILO DI INTERNET :Romanzo , in formato e-bookscaricabile su Kindle Amazon anno di pubblicazione 2013 ( romanzo che è il sunto di una saga composta da 4 libri che sto ultimando di scrivere )
8.TRATTATO SU FRATELLANZA PACE E AMORE –scaricabile gratuitamente in formato pdf fra i link del gruppo di Fb ESCLUSO MORTIMER CLUB DEGLI AMICI
9.LA PICCOLA GRANDE FAMIGLIA .Curatore dell’opera edita da E.M.CLUB DEGLI AMICI
10..PETALI TRA LE NUVOLE : Antologia a 6 autori edita da Rupe Mutevoli
11.100 POESIE IN LIBERTà . Libro di poesie edito da Twins Edizioni
12. UNICO E RARA . Silloge poetica edita da Twins Edizioni
13. LA NOSTRA FAMIGLIA curatore dell'opera edita da EM,Club Degli Amici
14. ALADINA-LA STELLA DELLA POESIA curatore dell'opera edita da EM:Club Degli Amici
15.UTOPIE? edito con StreetLib
Ma sono in attesa di pubblicazione del romanzo che da inizio alla saga de sul filo di internet dal titolo LA DIVINA TRAGEDIA vita di Chris, di una nuova silloge poetica, e di un libro che uscirà un po’ dopo S.S.P. Società Socialmente Pericolosa nel quale credo molto

Mi permetto mettere alcuni link delle opere già pubblicate
















A.- Vorresti condividere con i lettori una poesia alla quale sei particolarmente legato, scrivendola qui e commentandola, se vuoi?

E.- Ti metterò la poesia alla quale tengo di più, alla quale non credo occorrano miei commenti e si può capire il perché leggendola, anche se tengo a tutte le mie poesie che chiamo mie figlie e miei romanzi che chiamo miei figli , del resto ogni scarrafone è bello a mamma soia no?

T'AGGIU VENUTU A TRUVA'

Oggi nun'era u 15 r'agostu
ma lu stessu m'aggiu ascitatu prestu
e t'aggiu venutu a truvà lu stessu
u sai che u facciu sempe quannu me sentu nu pocu sfattu

sò venutu pecchè tengu bisogno e te parlà
e u sacciu che comme sempe tu me staie e me sai ascultà
te vulesse ricere na cosa
e pe nun te fà n'cazza' t'aggiu purtatu na rosa

piccerè nun u sacciu quant'anni me restanu ancora a campà
no, nun parlà e stamme ascultà
e famme capì si e bonu o sbagliato chellu che stoncu a fà
tu ra là me viri e u sai chellu che stoncu a fà

che bella che sì,teni sempe a faccia ra piccirella
ma m'adda crerere nun sempe a vita è bella
stu munnu pare che vo' sempe a guerra
e l'omme nun ci sape campà n'coppa sta terra

chissà fra quannu te tornu a trovà
e nun me ne vacu chiù chella vota 
che vengo pe restà
e te ricu nun me caccià e abbracciammoce ancora

ora comme facevammu allora
tu u sai che ra vita avesse vulutu sulu na cosa
e pe me chella cosa nun è mai cagnata che sulu a te vulevu comme sposa
e quannu vencu pe restà.chesta cosa l'amma fà,

puru si stimm cà c'iamma spusà
ma tu comme sempe nun me lassà
e vieneme sempe a cunsiglià
e mo nun chiagnere
u sai che e lacrime toie nun l'aggiu putete mai verè

mò me ne vacu, se fattu tardi assai
e tu u sai che si tardu ancora pe me so vaie.
t'aggiu cagnatu l'acqua rint' i vasi
e a rosa ta mettu n'coppa a foto, cià amò,cià Mary,te venghiu e vasi!
                                                                                                                                                         
TI SONO VENUTO A TROVARE

oggi non è il 15 agosto ma lo stesso mi sono alzato presto
e sono venuto a trovarti lo stesso
lo sai che lo faccio sempre quando mi sento un pò "sfatto"
sono venuto perchè ho bisogno di parlarti

e lo sò che come sempre tu mi stai e mi sai ascoltare
ti vorrei dire una cosa
e per non farti arrabbiare ti ho portato una rosa
piccola, non sò quanti anni mi restano ancora da vivere

no non parlare, stammi ad ascoltare
e fammi capire se è bene o sbagliato quello che sto facendo
che bella che sei, hai sempre la faccia da piccolina
ma mi devi credere non sempre la vita è bella

questo mondo sembra voglia sempre la guerra
e l'uomo non ci sà vivere su questa terra
chissà fra quando ti tornerò a trovare
e non me ne andrò più quella volta che verrò per restare

e ti dirò non mi cacciare e abbracciamoci ancora
ora come facevamo allora
tu lo sai che dalla vita avrei voluto una sola cosa
e per me quella cose non è mai cambiata, che solo te volevo come mia sposa

e quando verrò per restare
questa cosa la dobbiamo fare, pure se stiamo quà ci dobbiamo sposare
ma tu come sempre non mi lasciare, 
e vienimi sempre a consigliare
ed ora non piangere
lo sai che le tue lacrime non le ho mai potute vedere

ora me ne vado, che si è fatto molto tardi
e tu lo sai che se tardo ancora per me son guai
ti ho cambiato l'acqua dentro i vasi
e la rosa te la metto sulla foto, ciao amore, ciao Mary, ti riempio di baci!

                                                                                                           
A.- Grazie della tua gentilezza e complimenti per la passione che metti in ciò che fai!

E. - Grazie di cuore a te davvero onorato che tu abbia voluto intervistarmi!





mercoledì 11 maggio 2016

"La mia ora di vento" di Gerardo Pepe


Gerardo Pepe, autore di "La mia ora di vento", ed. Il Papavero.
VII fiera del libro, Manocalzati, maggio 2016

Per un guasto, non è stato possibile registrare gli ultimi minuti dell'intervista

lunedì 9 maggio 2016

"Il volo del falco" di Valentina Basile

Valentina Basile, autrice del testo teatrale "Il volo del falco", ed. Il Papavero.
VII Fiera del libro, castello di San Barbato, Manocalzati, maggio 2016

"Il mercante di emozioni" di Raffaele Anzuoni


Raffaele Anzuoni, autore di "Il mercante di emozioni", ed. Il Papavero.
VII Fiera del libro, castello di San Barbato, Manocalzati, maggio 2016

domenica 8 maggio 2016

Nicola Di Iorio: "Rosso dalla Terra"


Intervista a Nicola Di Iorio, autore di "Rosso dalla terra. 
Il Taurasi e l'Irpinia legati da un unico futuro".
VII Fiera del libro, castello di San Barbato, Manocalzati, maggio 2016

Antologia "La mamma non tramonta mai"

 Antologia "La mamma non tramonta mai"
Vede la luce, in occasione della ricorrenza di oggi, 8 maggio, festa della mamma, l'Antologia dell'evento "La mamma non tramonta mai", svoltosi su Facebook nel mese di Aprile 2016.
È possibile scaricarla al link che segue, col vincolo morale, in cambio, alla solidarietà e alla promozione dell'educazione. Buona lettura

https://drive.google.com/folderview?id=0B1XNJyJ_Th42eDYyemNuMWNVX1E&usp=sharing



Maria Francesca Pacifico: multiculturalità come risorsa


Intervista a Maria Francesca Pacifico: "L'inclusione scolastica dei bambini immigrati", ed. Aracne.
VII Fiera del libro, castello di San Barbato, Manocalzati, maggio 2016

Luisa Mirabella: "Risvegli"


Intervista a Luisa Mirabella, autrice della silloge poetica "Risvegli", ed. Il Papavero. 
VII Fiera del libro al Castello di San Barbato, Manocalzati.

sabato 7 maggio 2016

Con Claudio Nigro per... Sentieri Sonori


Intervista a Claudio Nigro, compositore; castello di San Barbato, Manocalzati, VII fiera del libro - maggio 2016

Le Donne assassine di Carmen Barbaro


Intervista a Carmen Barbaro, che presenta la trilogia "Donne assassine"; castello di San Barbato, Manocalzati, VII fiera del libro - maggio 2016

"Il fazzoletto di terra" di Fabio Pozzerle


Intervista a Fabio Pozzerle, autore di "Il fazzoletto di terra", ed. Streetlib; castello di San Barbato, Manocalzati, VII fiera del libro - maggio 2016

mercoledì 4 maggio 2016

Spazio alla fede

A breve, intervisterò esponenti di varie religioni, con l'intento di dare una visione organica della esigenza di spiritualità dell'essere umano, nella speranza di contribuire all'unità e non alla divisione.

martedì 3 maggio 2016

La fiera del libro al Castello di San Barbato, A Manocalzati (AV)

Venerdì 6 maggio e sabato 7 maggio, dalle 17 alle 19, mi troverete alla fiera del libro al Castello di San Barbato, che si svolgerà a a Manocalzati (AV) dal 5 all'8 maggio e durante la quale, su invito della editrice Donatella De Bartolomeis, edizioni "Il Papavero", anima dell'evento, intervisterò gli scrittori che esporranno le loro opere.
La fiera non ospiterà solo i libri e i loro Autori, ma sarà arricchita da esposizioni artistiche, laboratori per bambini e giovani, consulenze gratuite personalizzate volte al mantenimento della salute. Si parlerà anche di comunicazione, ambiente e territorio, problemi sociali quali quello riguardante la violenza sulle donne.



lunedì 2 maggio 2016

"La mamma non tramonta mai"

"La mamma non tramonta mai" é un evento, da me organizzato, svoltosi su Facebook ad aprile 2016. Gli artisti partecipanti hanno pubblicato alcune loro opere, sul tema della figura materna. Tali opere sono raccolte in un'antologia virtuale che verrà resa disponibile alla lettura gratuita il giorno 8 maggio, giorno della festa della mamma (Il link verrà comunicato in quella giornata). Il testo è un'antologia solidale: chi la scarica é moralmente vincolato ad atti di solidarietà, come indicato nell'introduzione.
Hanno collaborato (in ordine alfabetico per nome):
Anna  Carella (Chiedere perché), Annalisa Soddu  (Con un bacio), Carlo Zanutto (Non ho mai detto a mia madre...), Carmen De Vito (A mia madre), Graziella Di Grezia (Madri…), Ileana Zara (A mia madre), Irene Giordano (foto di Lilla e i suoi cuccioli), Luisa Casamassima (Come la Pietà), Marco Parisi (L’amore di una madre nel mito classico), Maria Chiarello (Un angelo mi fa compagnia), Marina Villani (‘A rosa profumata), Paola Surano (Madre), Patrizia Pierandrei (Gioia di vita), Rosa Ruggiero (Alla mia cara mamma), Rosa Surico (Istante di sole), Salvatore Famiglietti (Silenzio triste), Sandra Mirabella (A te), Vincenzo Lagrotteria (Unica).