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giovedì 24 marzo 2016

Intervista a... Luisa Casamassima



Luisa Casamassima, sarda, ma da molti anni residente a Castellaneta. Studi pedagogici, volontaria UNICEF con la passione della musica, la lettura e la poesia.

D- Hai partecipato a Poeti per il sociale con la poesia "Sottovoce", poesia stupenda a mio parere, che parla della strage degli innocenti di ogni guerra. La poesia non ha bisogno di commenti, ma vorrei ugualmente che tu aggiungessi delle considerazioni.
R- Ai versi scritti posso solo aggiungere che sono nati dalla considerazione che, a causa di un sano istinto di sopravvivenza, tendiamo tutti bene o male ad ascoltare o guardare certe notizie o immagini con un senso di superficialità e rassegnazione " perché così va il mondo", ma a volte bisogna ribellarsi e fare proprio il dolore dell'altro, solo così potremo sperare un giorno di evolverci in esseri più umani e meno egoisti.

D- Tu sei volontaria UNICEF e hai partecipato al mio evento, incentrato appunto sui temi sociali. Quindi deduco che hai uno spirito fortemente orientato verso la solidarietà; quando hai capito che questa era la tua inclinazione?
R- Credo di aver avuto da sempre una particolare propensione verso il prossimo, acuita forse dal grave incidente stradale occorsomi ormai 23 anni fa, che mi ha prima chiuso totalmente in me stessa e poi mi ha "catapultato" in maniera definitiva verso chi soffre costantemente e spesso non ha nessuno che possa aiutarlo.

D-  Le organizzazioni di volontariato sono molto numerose e, talvolta, la cronaca riporta notizie, come quelle recenti dei giri di milioni di euro intorno ai rifugiati, che rendono difficile al cittadino comune sostenerle con regolarità, a causa della sfiducia che tali notizie provocano. Credi che ci sia un modo per capire la serietà di una organizzazione? Hai scelto l'Unicef anche in base a considerazioni del genere?
R- Ho scelto l'Unicef perché il suo essere sotto l'egida dell'ONU e quindi diffusa e controllata a livello mondiale mi ha dato molta più sicurezza, non ultima considerazione quella di avere un Bilancio ufficiale pubblico che può essere controllato da tutti.

D-  Hai una tua poesia che vorresti far conoscere? Scrivila e commentala.
R- C'è una poesia dal titolo " Torre" che tratta dell'isolamento che qualche volta tenta i caratteri quasi crepuscolari come il mio, non si tratta di vera depressione, quello è un problema medico molto grave, ma di quella voglia di fuggire dal mondo e di "rifugiarsi in una torre" che poi finisce con il diventare la nostra stessa prigione " prigione senza sbarre il tuo rifugio/ falso conforto che uccide la speranza".

Torre.

Dalla torre
s'intravede il mondo
e non è amico.
Le spire avvolgono
nonostante i muri.
Stringono
fino a spezzare il fiato.
Spiragli di bellezza
ingannano
suadenti parlano di realtà sognate
ma bocche acuminate
si annidano lungo il percorso.
Prigione senza sbarre
il tuo rifugio
falso conforto
che uccide la speranza.
Bozzolo soffocante
che spegne ogni passione.
Prigioniera della tua stessa fuga
sognavi l'isola felice
ma il tuo deserto
ti ha tramutato in sabbia.

D- Tu hai fatto anche studi di pedagogia e vari corsi riguardanti l’infanzia. Qual è il miglior modo di educare i bambini, e perché?
R- Dopo aver avuto i figli, una ragazza di 21 anni ed il ragazzo di 20, mi sono resa conto che le teorie studiate erano si, molto belle, ma molto spesso inutili. Ogni bambino è un'entità a se stante con una personalità che va rispettata, un cervello attivo che va stimolato dai primi giorni di vita in maniera costante aiutandolo a maturare  la capacità di scelta, decidere cosa fare e imparare ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte è uno fra i passi più importanti per la formazione di un adulto responsabile. Molte mode hanno rovinato a mio parere la nostra società e una fra le più deleterie è quella del "genitore amico" , i bambini e ancor di più i ragazzi, non hanno bisogno del genitore che si mette sul loro stesso piano, loro hanno estrema necessità di una guida che dia sicurezza, di una serie di limiti imposti, che dia loro anche la possibilità di ribellarsi e proporre un'alternativa costruttiva. Sono un'estimatrice dei famosi" no" che fanno crescere, educare i bambini è un lavoro più che impegnativo e l'esempio è l'unica fonte dalla quale possiamo trarre un aiuto.

- Grazie della cortese partecipazione!
- Spero di essere stata esauriente e non prolissa, ti saluto caramente, Luisa.

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La poesia di Luisa Casamassima per "Poeti per il sociale":

Buongiorno a tutti voi. Sono Luisa Casamassima, volontaria Unicef e forse per questo molte mie poesie trattano un argomento doloroso, le sofferenze dei bambini in ogni guerra. La mia è una vita normale, come tanti, le mie grandi passioni sono la musica e la lettura ed un amore particolare per la poesia. Ho collaborato con due quotidiani sul web, ma non ho ancora pubblicato nulla, forse a breve... chissà...

SOTTOVOCE.

Parlami sottovoce
non coprire il pianto delle madri
che hanno seppellito i loro fiori.
Parla piano
voglio sentire ancora
l'urlo silenzioso dei bambini
che in un attimo
son diventati troppo grandi.
Fermati
non coprire l'immagine
devo vedere le lacrime che scendono
su visi sporchi
e piedi nudi e lividi.
Non scuotermi
non sto sognando
non è un incubo la strage di innocenti.
E' la realtà che ancora ci perseguita.
E' il destino dell'uomo
che dal buio assoluto ancora uccide.
Parlami sottovoce
voglio sentire quel dolore immane.
Non tergere le lacrime
è l'unico dono
che ancora posso offrire
a tutte le vittime di questa guerra infame.

Luisa Casamassima



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