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martedì 22 marzo 2016

Intervista a... Francesca Luzzio


Francesca Luzzio, docente in pensione, vive a Palermo. Studi classici, laureata in lettere, scrittrice, critico letterario, varie pubblicazioni. Ha partecipato a "Poeti per il sociale" con la poesia "Mare innocente".
D- Mi colpisce il titolo che ha dato alla poesia, quasi a scagionare il mare dall'orribile crimine perpetrato ai danni dei disperati che lo solcano nella speranza di una vita migliore. Vuole dire qualcosa su questa poesia?
R- La poesia è nata in un momento di accoramento, di amarezza di fronte alla cronaca dell'ennesimo naufragio di migranti e ciò mi rendeva restia ad ascoltare qualsiasi cosa, che non fosse lo sciabordare delle onde lungo la battigia della spiaggia di Mondello. L'infinita distesa azzurra delle acque del mare ha assunto nel mio animo l'aspetto di una pietosa tomba; Il lento ,indifferente, frangersi delle onde marine, un' espressione d' innocenza di fronte alla cattiveria umana e, in una sorta di flusso di coscienza, lo stesso sciabordare si è trasformato nella voce dei migranti annegati.

D- In che modo fa poesia un critico letterario qual è lei? Chiedo questo perché dal critico letterario ci si attendono analisi e giudizi, buoni o cattivi. Lei scrive pensando al giudizio che lei stessa darà della sua opera?
R- No, assolutamente, come dimostra la risposta già data alla prima domanda, la poesia nasce da un evento, una realtà, una visione che genera ispirazione, lontana da qualsiasi considerazione razionale. La poesia per me è intuitiva, alogica nel suo nascere e prescinde da ogni intervento razionale. Quest'ultimo entra in gioco solo dopo, nella revisione stilistico-formale.

D- È una docente, conosce le problematiche della scuola. È vero che i ragazzi non si interessano a nulla? Come si potrebbe avvicinarli alla poesia?
R- Non è vero: dipende dal docente sapere sollecitare la curiosità e la partecipazione degli allievi, proponendo gli argomenti in modo adeguato, cercando di rapportare gli argomenti alla realtà attuale e ai loro specifici interessi.

D- C'è una sua poesia in particolare che vorrebbe far conoscere? Può scriverla qui e commentarla in breve?
R- Sì, vorrei far conoscere l'ultima che ho scritto:

TANGENTE FELICITA'

Sono sulla terra e vivo.
Vivo...e vivo!
La tangente lambisce e
non tocca
il cerchio che gira
senza pietà:
tutto passa, tutto scorre...
...panta rei...

Affanno continuo
dantesca corsa
in un inferno senza guai
...eppure,
impegni e doveri
doveri ed impegni
come sempre, come non mai.

Nel cerchio temporale
felicità lambisce
ma non tocca mai!

La poesia è stata ispirata dalla lettura di un romanzo di Tomàs Eloy Martinez, Purgatorio , in cui la vita è definita un cerchio appena lambito dalla felicità. Orbene, la mia vita, la vita in genere di ogni uomo che vive coinvolto nel dinamismo della società attuale, mi sembra che possa metaforicamente essere rappresentata con un cerchio che vorticosamente gira appena lambito da tangente felicità.

D- Perché una docente, scrittrice, critico letterario, che ha all'attivo varie pubblicazioni, ha accettato di partecipare a un evento virtuale come "Poeti per il sociale"?
R- Ho partecipato all'evento per la tematica proposta. I problemi sociali mi coinvolgono, li vivo appieno, come se fossero problemi personali. Non è un caso che trovo nel volontariato, la tangente felicità di cui prima ho detto.
- Grazie della cortese partecipazione.
- Grazie di tutto! Cordiali saluti

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Poesia di Francesca Luzzio per "Poeti per il sociale":

MARE INNOCENTE


Sento il fuoco
che fa palpitare le mie vene,
né si spegne con le tue parole.
Mi distendo sulla battigia
e cerco di non pensare,
 ma ecco improvvise, danzanti
 e frementi tante ombre
 sulle creste delle onde
 che nel frangersi tremanti,
 lente sussurrano nomi e...
...dicono parole:
 - Il mare con la sua coperta azzurra
 mi trattiene... –
 -Mare, mare, dillo tu a mia...
 madre che non vede!-
 -L'acqua mi soffocava,
 non volevo morire...
 ed ora i pesci mi stanno a mangiare!-
 -Destino infame, destino infame! Non ho ieri, non ho domani.-
 Ed io tappo le mie orecchie per non sentire
 e, mentre tu mi chiami, si spegne tragica
 la visione.
 Ti abbraccio malinconica e confusa,
 mentre il mare sereno e azzurro
 mostra innocente calma,
 indifferente anche
 al singhiozzante gracchiare

 di bianchi gabbiani.

Francesca Luzzio

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