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sabato 18 giugno 2016

Sono Valeria Sirigu, la combattente!


 D.- Buonasera, dottoressa Sirigu; è stata molto gentile a prestarsi a questa intervista. Le voglio dire che lei mi ha colpito moltissimo, come è successo sicuramente a molte altre persone
Di lei mi ha colpito, più che la sua particolare situazione fisica, la capacità di risolvere i problemi e non lasciarsi abbattere dalle difficoltà.
Una prima domanda che le vorrei rivolgere, ovviamente, è relativa alla sua storia: la vorrebbe raccontare in breve?
R. Sono figlia di una madre nubile, e di questo ne vado fiera ed orgogliosa, mi ha cresciuto da sola! Non ha mai chiesto nemmeno un soldo a mio padre; ma non mi ha fatto mancare nulla, anzi… dalla mia vita ho avuto moltissimo per non dire troppo… Mi sento una donna molto fortunata, la mia disabilità è solo una parte di me.
La mia genitrice, per paura che avessi un quoziente intellettivo inferiore alla norma, fin da neonata mi ha talmente stimolato che dai primi test medici sono sempre risultata con un Q.I. superiore alla norma. Mi ha fatto provare ogni sorta di situazione e io amo proprio viaggiare grazie a lei. Viaggiare è una delle mie grandi passioni, oltre le lingue straniere, fare politica attiva, essere attivista per i diritti umani e civili, fare servizi fotografici, e stare sotto la pioggia e bagnarmi tutta e fare cose pericolose per sentire scariche adrenaliniche per poi rilassarmi.
Per mia fortuna mia madre non è mai stata iperprotettiva, mi ha lasciato sempre molto libera. Infatti a 19 anni, come molti giovani, me ne sono andata di casa per fare l’università. Ovviamente mia madre scendeva a Cagliari, ogni week-end, per vedere come stavo e se avevo bisogno di qualcosa.
Quando dico che mi occupo di diritto penale internazionale, di intelligence e tecniche militari, di criminologia particolarmente di parafilie (disturbi e devianze sessuali) e di economia e finanza internazionali; alcune persone rimangono di stucco sia perché credono che io abbia deficit intellettivi a causa della mia gravissima disabilità, sia per il motivo che sono una donna e in quanto “sesso debole” non mi possa occupare di questioni molto brutte e prettamente “maschili”. Molta gente presume che il mio comunicatore sia un gioco per imparare a scrivere e quando esprimono tale pensiero scoppio in una grossa risata in quanto fin dalla scuola materna ero, a detta delle insegnanti, più avanti degli altri alunni. 
Il fatto che io sia una giurista femminista atea disabile, spaventa molti, perché sono tutte qualità che normalmente una donna con disabilità non detiene; a volte mi tolgono consenso politico perché quello che sono mi fa uscire totalmente fuori dagli schemi, però io tiro dritto per la mia strada senza mai chinare la testa e sono abbastanza forte e spregiudicata per arrivare, passo dopo passo, dove spero io…!
In tutto questo mi dispiace che il mio caro nonno non ci sia, mi sarebbe tanto piaciuto averlo ancora accanto e sapere se fosse stato orgoglioso della sua prima nipotina.
Fino a qui vi ho raccontato i miei lati seri, però ho anch’io i miei lati frivoli… Pur essendo disabile mi sento molto DONNA e da tale amo acconciarmi! Mia madre da bambina mi ha abituato a vestirmi sempre da femminuccia ergo scarpettine, calzine velate, abitini eccetera. Quando sono entrata alla scuola media e superiore a mia madre le veniva da sorridere per il motivo che vedeva sempre tutte le mie compagne vestite tutte uguali con jeans e maglia larga tutti i giorni, io a scuola non andavo mai vestita sportiva, al massimo casual e mi piaceva andarci con un filo di trucco; sono e sarò una voce fuori dal coro! Anche ora mi piace un sacco truccarmi (odio uscire senza trucco), vestirmi in modo sexy ed elegante, adoro comprarmi abiti da cocktail e da sera con la coda oltre che cappellini.
Personalmente ritengo che i disabili “noti” debbano e hanno il dovere di lottare, per tutti gli altri, per sfatare miti e rimuovere le “barriere mentali” sulla disabilità.
Uso la mia immagine, di personaggio pubblico, in modo consapevole oltre che studiato per dimostrare che una donna può essere sexy pur essendo disabile.
Ogni tanto mi piace giocare, anche con gli sguardi, con gli uomini. Però se un uomo prova soltanto a sfiorarmi quando io non voglio reagisco all’istante! Se dovessi percepire il disagio o una richiesta d’aiuto di una donna di qualsiasi età, ceto sociale o nazionalità interverrei subito. Di fronte alla violenza sulle donne non bisogna mai girare la testa dall’altra parte, e se si ha paura per la propria incolumità… almeno che si chiamino le forze dell’ordine. Io denuncerei l’offender ai primi segnali di violenza che sia psicologica o fisica.  
Amo definirmi: “una donna dalle mille sfumature” perché mi sento una donna completa e ho mille aspetti… ma non sono, di certo, perfetta, però se sono così istruita, sicura, forte e coraggiosa lo devo solo a mia madre che io veramente amo più della mia stessa vita!

D.- Un’altra cosa che mi incuriosisce è la sua dichiarazione di ateismo; infatti sono convinta, come religiosa, che proprio la sua particolare situazione possa essere la lampante dimostrazione che noi non siamo un solo corpo, ma abbiamo un’anima che agisce a dispetto degli ostacoli imposti dalle difficoltà del corpo. Non è d’accordo con questa valutazione?
R.- Dipende da persona a persona. Io ho trovato la forza nell’ateismo più puro, infatti ho ottenuto la scomunica ufficiale (sono proprio fiera di questo) dalla Chiesa Cattolica a norma dei cc. 751 e 1364 del Codice di Diritto Canonico; altra gente prende tale forza dalla fede. Personalmente preferisco credere che io agisco in base alle mie convinzioni senza avere dogmi, Madre Natura ha dotato l’uomo della capacità di autodeterminazione e di discernimento, avrei fatto le stesse cose che faccio ora pur essendo “normale”, ergo alla Sua domanda mi sento di concordare con Lei.


D.- Nel suo sito, www.valeriasirigu.net, scrive che dopo la laurea in Giurisprudenza a indirizzo internazionale, vorrebbe lavorare come avvocato per il tribunale europeo dell’Aja, oppure all’ONU. Da cosa nasce questa aspirazione?  La sta portando avanti o ha deciso diversamente?
R.- La mia più grande ambizione rimarrà sempre quella, e nasce dall’età di 16 anni quando ho letto “Suad – Bruciata viva”: racconta la storia di una ragazza della Cisgiordania che si innamora, ha un solo rapporto sessuale e rimane incinta, la sua famiglia decide di bruciarla viva. Io essendo femminista da quando ero adolescente e per la libertà sessuale (espletata con vera coscienza dalle ragazze degli anni 60, non quella che credono di avere le adolescenti d’oggi), quindi ho deciso di dedicare tutta la mia vita a lottare contro la violenza sulle donne. Oggi faccio parte dell’Associazione Onda Rosa, il centro antiviolenza di Nuoro.

D.- Scrive per alcuni giornali online: quali argomenti tratta?
R.- Principalmente di diritto penale internazionale, di diritti umani, di intelligence, di violenza sulle donne, di criminologia; inoltre di economia e finanza.

D.-Viene da una piccola città della Sardegna, ma ha viaggiato molto e conosce diverse lingue. Dove le piacerebbe stabilire la sua residenza definitiva? Quanto offre la Sardegna nella tutela dei disabili?
R.- Non ho ancora deciso, ma mi piacerebbe molto negli Stati Uniti oppure in Spagna, o comunque dove troverò un lavoro, tutto il mondo è casa mia. Sa che Lei mi coglie in castagna per il motivo che io usufruisco solo della L. 162/98, è una legge che dà finanziamenti per pagare l’assistenza domiciliare o per progetti che stimolano la vita in autonomia o la cura dell’utente. Quando andavo a scuola ho sempre avuto sia l'assistenza per l’igiene personale che 18 ore di insegnante di sostegno. Una volta, quando avevo 8 anni, il comune ha provato a togliermi l’assistenza a scuola per tutte le ore stabilite e nel frattempo che le maestre e mia madre si chiedevano che protesta attuare, io ho scritto, di mio pugno, queste parole: "Assistente sociale di merda, i disabili servono, servono a fare lavorare le persone!", le ho stampate e le maestre le hanno portate in Comune, il giorno dopo avevo l'assistenza per tutte le ore se dovevo andare in bagno. Sono una combattente nata.
La mia città offre anche un servizio di trasporto disabili che attualmente io non utilizzo. 

D.-Ho letto che vive in totale autonomia rispetto alla sua famiglia di origine: com'è la sua giornata/tipo?
R.- Prima di tutto mi preme dire che ora vivo a casa di mammina perché mi fa tanto comodo, in attesa di comprarmi una casa tutta mia. Nonostante la mia grave disabilità mia madre (e io la adoro per questo) sembra una di quelle madri nordiche che vogliono l’indipendenza dei figli alla maggiore età. Anche io vorrei avere un’abitazione tutta mia, pur volendo un gran bene a mia madre, ma ormai siamo due donne adulte quindi con abitudini ed esigenze diverse benché abbiamo molti interessi in comune. Viviamo sotto lo stesso tetto però è come se vivessimo due vite separate in quanto siamo due donne super impegnate e, quando mi assiste, lei ora fa le veci di una normale assistente cioè non mette bocca nei fatti miei, anche perché sono abbastanza grande per avere una vita totalmente mia, ho solamente bisogno di un aiuto fisico; oltre a ciò, per mia sicurezza, voglio avere un punto di mia estrema fiducia, che può essere anche un’amicizia di vecchia data e molto forte, a poche ore di viaggio da dove abiterei io per qualsiasi evenienza. Quando devo partire senza mia madre, per esempio, mi organizzo in totale autonomia con le persone con cui devo partire. Mi sento fortunata anche perché giro per il mondo. Una mia giornata tipo non esiste per il motivo che i miei impegni variano di giorno in giorno. Mi posso alzare di notte come mi posso svegliare anche alle 12;00, ma di sicuro non vado a dormire prima delle 01:00. Come molti giovani ho orari sregolati. Vi posso dire che adoro fare gli happy hour, e andare in giro per locali fashion.
Un’altra cosa importante da dire è che voglio più di una persona che ruoti intorno a me, in quanto ho una vita “particolare” e reputo che per una persona sola sia troppo stancante seguirmi, anche se posso stare ore da sola. Dalle persone che mi assistono esigo solo un aiuto fisico, della mia vita decido solo io!

D.- Da donna, mi colpisce moltissimo anche il fatto che lei abbia anche in programma un figlio, nonostante le oggettive difficoltà della sua situazione; immagino che, da donna pratica e intelligente qual è, abbia già programmato tutto il necessario. Vorrebbe dirci come immagina la sua vita di madre?
R.- Eccola là, la domanda che mi spiazza! Quella di diventare madre per ora è solo un’idea molto vaga e alquanto egoistica, soltanto perché sento un forte istinto materno e vorrei trasmettere i miei geni ad un altro individuo, però lo crescerei con amore. Non sono in cerca di marito, la parola matrimonio mi spaventa moltissimo, mi basterebbe solo un compagno con cui fare una sola figlia femmina. Non sogno l’abito bianco…
In più di un’occasione a mia madre ho paventato il pensiero dell’inseminazione artificiale su di me oppure l’utero in affitto, pur non avendo un uomo accanto. Il brutto di una mia gravidanza è che gli ultimi mesi dovrei restare quasi totalmente allettata per evitare il rischio trombosi, il bello sarebbe sentire crescere una vita dentro di me. Se dovessi rimanere incinta e per qualsiasi motivazione abortire, lo farei anche se con la morte nel cuore. L’utero è delle donne e ognuna se lo gestisce come meglio crede! Non bisogna mai giudicare le scelte di ogni singola donna, ma soltanto rispettarle! Di sicuro prima di stabilirmi con la residenza in un luogo fisso per anni e non avendo una buona sicurezza economica, a fare una figlia non ci penso proprio. Poi c’è inoltre il problema dell’età; sinceramente penso che dopo una certa età i figli non andrebbero procreati per il motivo che più si è avanti con l’età e più alto è il rischio di mortalità, per me non è giusto lasciare un bimbo o adolescente senza genitori. Se dovessi diventare davvero madre sicuramente non rinuncerei al lavoro per nessuna ragione al mondo, però allo stesso tempo (come mi ha insegnato la mia) quando stessi con mia figlia le dedicherei del tempo di alta qualità. Mia madre è l’esempio lampante che una donna può essere lavoratrice e una buona madre allo stesso tempo, pur essendo sola ed in più avendo prole a dir poco problematica. Mi auguro di essere una buona madre come lo è stata la mia: dolce ma severa, divertente e complice, che riesca a trasmettere i miei valori. Anche se mia madre mi vede molto più rigida di lei con gli adolescenti e i bambini che incrocio. Se dovessi diventare madre lei ne sarà felice.

D.- Vorrei che concludesse con dei consigli a chi si trovasse ad affrontare situazioni analoghe alla sua; non solo consigli legati a un incoraggiamento, ma anche consigli pratici, per esempio a chi rivolgersi, come gestire la quotidianità e via dicendo.
R.- Niente è impossibile, se si sogna tutto è possibile però si deve avere il coraggio e la forza di lottare! Io ho sempre fatto cose che fanno le persone “normali”, ne ho fatto anche di più e da adolescente sono stata molto ribelle… Personalmente non ci siamo quasi mai rivolte ai servizi sociali, anche perché le assistenti sociali hanno più volte lodato la mia cara mamma per il suo essere madre.  A volte mi dice: “avrei voluto un po’ di riposo lasciandoti ai servizi sociali, ma non ti hanno voluta. Cosa ho fatto di male?” e io replico ridendo: “Tu sei stata una bravissima madre!”. Mia madre ha scelto le tate e poi io le mie assistenti in colloqui privati. Se mi ricordo bene, se si chiamano attraverso una cooperativa si devono pagare di più, in quanto bisogna dare una percentuale all’associazione. C’è da dire che io non ho bisogno di trattamenti infermieristici particolari e che la mia famiglia non è indigente (per mia fortuna) perché ogni mese per pagare l’assistenza spendiamo come minimo 1.100 € la paga va in base alle ore che fanno, a volte anche meno di tale cifra. Quando esco voglio sempre un’assistente oppure un amico, anche perché io non parlo, ma comunico con i comunicatori e qualcuno me li deve dare, oppure se mi serve qualcosa ho bisogno di una persona accanto. Invece a casa mia, una volta che sono sulla carrozzina, mi sono lavata e ho mangiato preferisco stare da sola, mi arrangio. L’abbiamo sistemata per avvantaggiare la mia autonomia. Non mi piace dire dove abito perché fidarsi è bene, non fidarsi è meglio; in più quando sono sola tengo la tv o radio a volume alto per dimostrare che in casa c’è qualcuno. Chi mi conosce bene sa che quando sono da sola e vuole venire a casa mi deve mandare prima un messaggio sull’iPhone, altrimenti non apro di certo. Se dovesse succedere qualsiasi cosa so benissimo come reagire e comunque se c’è un’urgenza mando un messaggio e qualcuno arriva. Inoltre da poco ho cambiato carrozzina e ho voluto una semi sportiva, anche se per sua natura è pericolosa in quanto si ribalta facilmente, però mi consente di andare più velocemente facendo il minimo sforzo, in più ho voluto anche il grip, un rivestimento in gomma che si mette sul corrimano delle ruote e che consente di spostare la carrozzina anche con i gomiti, avanbracci, oppure col palmo della mano senza aprirla o anche con un solo dito perché la gomma crea attrito e si ha un’ottima presa. Quando ho un impegno cerco di avvisare per tempo la persona che mi deve assistere, a volte capitano gli imprevisti e veramente si corre per arrivare il prima possibile. È molto stressante ma voglio dimostrare che la mia patologia non mi preclude di avere una vita stressante come qualunque altra donna in carriera. Per quanto riguarda i viaggi vi segnalo un’ottima associazione, “Strabordo” che organizza bellissimi viaggi per disabili e non. I viaggi per piacere o per lavoro me li organizzo anche da sola. Per lavoro vado anche in luoghi non proprio rilassanti, è una sfida soprattutto con me stessa, ma non mi spaventa. Ho scelto di fare un lavoro non proprio rilassante per una donna con disabilità. Un altro consiglio è: per ogni viaggio scegliere accompagnatori più consoni a quel tipo di soggiorno.                      

D.- La ringrazio infinitamente e le auguro di realizzare i suoi desideri.
R.- Grazie a lei; mi auguro che quest’intervista possa servire a molte persone anche non diversamente abili.



6 commenti:

  1. Una cosa che trovo sorprendente di te , e' la definizione che ti dai : "una giurista femminista atea disabile"....In questo ti trovo assolutamente FANTASTICA...A parte i complimenti che riservo a Rita per come ti ha cresciuta ( compito difficilissimo e faticoso per qualsiasi madre, ma in questo caso e' ancor piu' arduo perche' l' ha dovuto affrontare da sola ), ammiro sopratutto te e le tue spigliate capacita' intellettive...Per me sei unicamente MITICA...e ogni volta leggo cio' che scrivi con stupore e grande interesse...Altro non potrei dirti perche' gli aggettivi in tuo favore sarebbero molteplici ! Continua la tua strada come meglio credi, e ti auguro davvero che, questa bella intelligenza che dimostri, ti accompagni sempre, e ti avvantaggi per quel che sara'la tua carriera futura !!
    Un abbraccio

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  2. Le tue parole, i tuoi pensieri e le tue riflessioni sono lezioni di vita che bisogna rileggere attentamente...

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  3. Le tue parole, i tuoi pensieri e le tue riflessioni sono lezioni di vita che bisogna rileggere attentamente...

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