A - Ciao Mika, grazie per avermi concesso questa intervista.
Ti dico subito che ti ho chiesto se potessi intervistarti
perché, dai nostri scambi su Facebook, ritengo che tu sia una donna di grande
intelligenza e capacità introspettiva e di riflessione. Sono qualità che ammiro
molto, anche quando chi le ha abbia opinioni diverse dalle mie.
Cominciamo da una citazione che ho estratto dal tuo profilo
di Facebook:
"Non è nello spazio che io devo cercare la mia dignità, ma nel
retto esercizio del mio pensiero. Non avrei alcuna superiorità, possedendo
delle terre. Con lo spazio, l'universo mi comprende e mi inghiotte come un
punto; con il pensiero, io lo comprendo." (Blaise Pascal)
Mi farebbe piacere che tu parlassi di te proprio utilizzando
questa citazione che, evidentemente, ti rispecchia.
M - Grazie per i tuoi apprezzamenti Annalisa .Questo
pensiero di Pascal secondo me rispecchia
una grande verità. È
sempre più evidente ed attuale una concezione superficiale (meritocratica, elitaria, strumentale,
funzionalista) della parola "dignità";
resa illusoriamente dipendente da onorificenze, titoli, riconoscimenti, ricchezze
materiali, posizioni di leadership..., la dignità si relativizza, diventa come un albero grandioso ma con radici superficiali
e tanti frutti marci. Bisogna essere meritevoli
di tali riconoscimenti e incarichi utili per la collettività solo se si è virtuosamente degni e senza vantarsi o impossessarsi di valori
perenni, e senza negare, misconoscere o
sottovalutare la dignità degli altri. Sono
d'accordo con Pascal che pensa che la
dignità è un principio morale assoluto che si trova nel pensiero, nella propria coscienza, quindi non
cerca titoli e riconoscimenti, vantaggi o medaglie dorate ma deve essere uno stato naturale, un istinto
inalterabile, un dovere, un diritto di
ciascun essere umano, una continua connessione con il divino piuttosto che con il terreno. Quindi dobbiamo
(pre)occuparci più della nostra evoluzione
spirituale che dell'evoluzione materiale, dobbiamo nobilitarci con il pensiero, pensare e capire bene, avvicinarci
alle verità e alle virtù, conservare e manifestare
la vera dignità umana. É
questo il nostro ruolo e compito essenziale nella vita e non è quello di "possedere le
terre". Tra l'altro aggiungerei che la dignità secondo me non ha religione ma tutte le
religioni hanno dignità e non esiste vera dignità senza rispettare la dignità degli
altri .Spesso un incarico onorifico (sia politico che socio-economico) viene
affidato anche a persone senza trasparenza morale, prive di una vera dignità ,
che in(coscientemente) minacciano, ostacolano oppure calpestano la dignità degli altri solo perché
hanno conquistato "grandezza", potere, autorità e diritto di decidere
o governare; e allora a che cosa
dobbiamo rapportare la vera
dignità se non a qualcosa di infinitamente più grande di noi, qualcosa che ci accomuna e a cui apparteniamo ...al di là di questo
infinitamente piccolo insignificante ed
effimero nostro corpo, al di là dello spazio e del nostro tempo..., se non con il nostro grande ed immenso pensiero
consapevole avvicinandoci all'infinito,
all’assoluto, all’eterno? Si nasce degni ma si deve conquistare la dignità evolvendo spiritualmente. L'essere umano che
cerca la dignità nel possedere titoli, onori, riconoscimenti, medaglie, posti
elitari in società o ricchezze, non può essere che un padrone spossessabile ...un re detronizzabile
, un essere che si autolimita, un essere comunque mortale. I diritti umani come
espressione della dignità possono essere
svalutati ignorati minacciati o calpestati da sistemi e poteri governativi (che si considerano degni di far tutto ciò) ma mai
nessuno potrebbe far lo stesso con il nostro retto pensiero ed è sempre in questo
che si trova la vera dignità. Io non cerco di esserne un contenuto nei principi
relativizzati...ma uno spirito contenente principi assoluti ,eterni...quindi non voglio che un
principio relativizzato contenga me... ma preferisco che io contenga e comprenda
principi veri assoluti ed eterni
A – Sei pittrice e attrice, anche poetessa.
Ho letto di te che sei nata in Romania e sin da piccola sei
stata affascinata dalle icone: cosa pensava la bambina Mika, mentre guardava le
icone? E com’è venuto il resto, che ha fatto di te una pittrice molto
interessante?
M- Voglio specificare che dipingo e scrivo prima di tutto per
me perché è questo il mio modo di essere ed esistere e non potrei fare a meno, non
lo farò mai per conquistare titoli o fama o per arricchirmi; a me onori e successo sono indifferenti. La mia
complessa arte è il prolungamento della mia persona, sono nata cosi... non facilmente
accontentabile , una sognatrice con
un'inguaribile passione nel sangue per l'arte in generale. Il mio primo
amore è stato la danza classica che ho praticato per una decina d' anni, ma ho
sempre avuto una sete di osservare le cose sia nel loro lato estetico che
profondo e simbolico, capire ed estrarre l'essenziale ,esprimere il mio ritmo
inquieto come un vulcano, come se dentro me c'era sempre qualcosa che cercava
di uscire fuori dal mio piccolo corpo, farsi sentire e vedere. Disegnavo ballerine dai 5 -6anni, ma era verso i 9-10 anni il periodo in cui guardando icone sulle pareti
della casa dei nonni ho preso la matita e fogli di carta per cercare di riprodurre
quei dipinti così piccoli che a me sembravano troppo seri e pieni di segreti
nascosti. Volevo capire meglio, mentre disegnavo , ciò che vedevo ...capire la
magia ed i segreti di quei personaggi cosi seri e tristi, tanto che vedevo la
nonna pregare ogni sera davanti a quei disegnini piccoli ... poi crescendo ho
anche dipinto alcune icone ad olio ma senza mai fare di questa mia passione un
profitto. Mi divertivo molto a fare e regalare i ritratti delle persone a me
accanto . Poesia ho iniziato a scrivere nelle medie, in quel periodo di
ricerche che una volta iniziato per me non è mai finito. Mi trovo in una
continua ricerca di me, di conoscere e capire
sempre e sempre per comprendere di più. Creando, recitando,
ballando mi sentivo io ,mi sentivo vivere; qualcosa più grande del mio corpo
c'era dentro me che urlava come dicevo, per uscire fuori.. Non mi sforzo per
creare mai, non mi propongo questo; quando mi scuote l'inspirazione è l'idea
che possiede me, io mi suppongo, prendo in mano matita e carta e non importa sia notte o giorno, divento un
fiume che scorre senza sapere dove finisce o in che cosa si trasforma, non
appartengo più solo a me.. Non sono mai troppo contenta dei risultati però, guardo
le mie opere sempre
con un occhio critico ed esigente e l'altro incantato, meravigliato;
cerco la perfezione di un pensiero, dell'idea e la sua forma. Ho la tendenza di
estrarre l'essenza e nello stesso tempo capisco che in quel momento è giusto
esprimere solo quello, perché poi l'ispirazione arriva sempre a pezzi piccoli
ma importanti come quelli dei puzzle ed importante è che ciascun pezzo sia
giusto. Poesia, pittura ,danza, teatro, abitano forse da sempre in me come una
complessa entità che mi possiede, si fa spazio dentro me, mi usa per prendere
forza e crescere, è come un miscuglio di
tormenti meraviglia ed estasi. Non ho mai amato troppo imitare paesaggi di
natura, ma sulla tela prediligo esprimere idee, concetti, stati d'animo diversi
. E' vero, avendo frequentato un corso di teatro d'animazione (burattini e
marionette) ho avuto anche la fortuna di recitare in una compagnia teatrale per
ragazzi e bambini, interpretando diversi personaggi fiabeschi. Credo che anche
la recitazione è un atto creativo ricco di forme espressive . Entrare in
diversi ruoli (fortunatamente tutti positivi) e circondata dagli sguardi
innocenti, luminosi e magici dei bambini...mi faceva sentire come una bambina
grande, magica e felice.Ho lavorato come attrice amatoriale ed è stato un periodo
pieno di gioia e soddisfazioni perché recitare davanti ai bambini e ricevere i loro
sorrisi, la loro gioia e i loro applausi
è una cosa veramente emozionante e molto gratificante.
A- Scrivi: “…e un mondo senza arte sarebbe uno quasi
invisibile, quasi impercettibile”. Si potrebbe obiettare che il mondo è già di
per sé un’opera d’arte e quindi non ci sarebbe invece alcun bisogno d’altro.
Puoi spiegare cosa intendi con questa frase?
M- Hai ragione ,spesso prendo le cose con troppa filosofia e in
questo caso pare che sono stata soggettiva, perché l'idea che avevo espresso in
quel momento non può essere valida per forza per tutti; mi riferivo al mondo apparente
e spiego cosa intendevo: il compito dell'arte dovrebbe essere quello di
mostrare l'essenziale che c'è in ogni cosa, penetrare con lo sguardo il
visibile, scavare e portare alla luce, rappresentare, esprimere anche
l'invisibile, l'inaudibile... l'arte può abbellire le rovine, una tempesta, ma
può dare anche suono e ritmo ai colori e alle forme e colori e forme ai
suoni... può darci una mano a guardare oltre le apparenze, creare ordine nel
caos e anche caos nell'ordine. Hai presente un cieco che non può godere della luce
delle forme, dei colori, delle bellezze e delle bruttezze del mondo? L'arte è
forse anche come lo sguardo del cieco sinestetico che percepisce diversamente ma più chiaro ciò che non
riescono a percepire molti vedenti. Credo sia questa la metafora più adatta per
quello che volevo dire.
A- Raccontaci in breve la tua arte, o meglio le tue arti:
pittura, recitazione, poesia…
M- Non esiste arte senza
una continua avida ed instancabile ricerca di verità, del ritmo, della
bellezza. Una buona opera d'arte sia poesia che pittura deve avere qualcosa di
molto profondo naturale ed autentico. Altrimenti cos'è se non una banale descrizione,
una banale imitazione? Per me è sempre come un parto ogni mio lavoro creativo: dentro
c'è la mia vita, c'è riflessione, realtà ed anche dolore e felicità; ed anche
se non c'è perfezione c'è ricerca, c'è sogno... e pensiero che esplode e prende
forma o parola... a volte mi sento entrare negli abissi a cercare la luce..; e
c'è il bisogno... un grande bisogno e una grande sete di tutto ciò. Ci tengo tanto alle mie passioni e alla mia
autenticità e non sarei me stessa
senza queste parti di me... ma il
mio orgoglio e la mia onestà non mi permetteranno mai di comprare un riconoscimento,
un titolo, una reputazione, un posto; preferisco piuttosto regalare i miei lavori
ogni tanto a persone che li apprezzano. Nei nostri tempi credo che non si capisce
più bene cosa sia l'arte, ed è chiaro che assistiamo ad una dolorosa caduta dei
valori; mentre i veri valori si perdono... i falsi valori guadagnano spazio, prendono
forza e visibilità, tutto si compra tutto si vende, il falso sostituisce il vero
e ha tutte le porte aperte. Vivere d'arte ed affermarsi in questo ambiente
rimane un sogno per i poveri onesti e un'ambizione e un grandioso traguardo per
quelli che hanno una grande dosi di ipocrisia e come asso nella manica non il
talento ma tanti soldi da pagare.
A- Dalla Romania ad Alessandria; senza voler entrare nel tuo
privato, potresti dirci qualcosa riguardo a questo passaggio? Intendo riferirmi
alle emozioni e alle riflessioni che lo hanno accompagnato. Ovviamente non sei
obbligata a rispondere, se ritieni che la domanda sia indiscreta.
M- Sinceramente non ci ho pensato troppo prima di decidere di
venire a vivere in Italia . C'era il mio marito che lavorava ad Alessandria da
qualche anno poi abbiamo deciso insieme alle mie bimbe di spostarci anche noi
per riunirci tutti . Nessuna difficoltà, nessun ripentimento né paura, niente
shock culturale. Ho imparato subito l'italiano con piacere e non percepivo
nessuna differenza tra me e gli esseri qui viventi. Una vita normale, sono
rimasta la stessa persona prima di tutto impegnata a cercare se stessa
indipendentemente dal posto geografico in cui si trova, persona che cerca le
somiglianze e i pregi piuttosto che le differenze o i difetti negli altri. Facendo
la casalinga e l'educatrice delle mie figlie, ho continuato nello stesso tempo
anche a dipingere e scrivere, frequentare
un corso di tecniche di pittura murale, leggere tanti libri in italiano
per imparare bene la lingua, tradurre le mie opere, partecipare ad alcuni seri
concorsi letterari, mostre di pittura...
pubblicare qualche poesia...
A- Che progetti hai in cantiere?
M- Per il futuro ho soltanto speranze presenti ,vivo un
presente indefinito. Mi vedo però dipingere su muri ....e pubblicare i miei
libri. Per quanto riguarda il teatro, mi piacerebbe recitare in una compagnia
teatrale anche qui in Italia e non escluderei questa possibilità nel futuro .
A- Vorresti allegare qui due tue opere, scegli tu se debbano
essere dipinti o poesie o altro, e parlarne?
M-
Felicità
La felicità? Un strano volatile esposto nel centro della
gabbia-museo...
Sembra dipinto in camaleontici colori ,
dalla mano di un cieco ironico pittore ...
Accano a lui vi giacciono scheletri di fate una volta
seducenti;
dai mondani piaceri rimasti sono dei disegni strampalati
incisi su muri elevati.
Diversi cocci di speranze, sparsi e dappertutto accalati ,
in mucchi infiniti stanno i sogni frantumati...
e tutt'intorno sogghignano vetrine di specchi brillanti.
Sarà l'amore la porta della celebre gabbia-museo
in cui il strano camaleontico uccello...
al nostro sguardo è mite prigioniero?
Sarà l'amore l'unica entrata... trovata nella stessa uscita
sempre ricercata?
Tu dici che il volatile ha solo piume rosse...
alcuni dicono che fosse verde ,altri blu ..
ma io lo vedo tutto in bianco abbagliante ogni fuggente
volta;
e scettica lo sguardo mi raccolgo e poi lo ricompongo:
il volatile è astratto, mi dico, e a te non mi oppongo.
La bellezza prigioniera del tempo-olio su tela 50x70
Per un attimo si è presa la Bellezza tra le braccia ..e l'ha
portata cosi inquieta… dentro la luce gialla...(Mika)
Bello e sublime ,nel linguaggio di Schiller sono due geni
nel aspro cammino della vita :
«Due sono i geni che la natura ci ha dato come compagni
lungo il cammino della vita. Il primo, socievole e benevolo, con il suo lieto
agire abbrevia il nostro viaggio faticoso e rende lievi le catene della
necessità, guidandoci tra diletti e celie fino ai punti pericolosi in cui
dobbiamo agire come puri spiriti e abbandonare tutto ciò che è corporeo: fino
al riconoscimento della verità e dell’esercizio del dovere. Qui ci lascia, giacché
il solo mondo sensibile è il suo dominio, e la sua ala terrestre non può condurlo
al di là di esso. Ed ecco che ora avanza il secondo, grave e taciturno, e ci porta
con il suo braccio possente al di là dell’abisso vertiginoso» Schiller-Del sublime
A - Grazie Mika, sei stata molto gentile. Ti auguro il successo
che meriti e tutto ciò che desideri.
M - Grazie Annalisa per la tua gentilezza e pazienza
15 Aprile 2016
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Mika Ciobanu "Me and I" |